martedì 25 settembre 2018

Volere è potere!

Nel mio Buddismo c'è l'idea che per cambiare il mondo fuori di noi bisogna per prima cosa cambiare noi stessi, decidendo con convinzione di trasformare quello che ci provoca sofferenza in qualcosa di grande valore. E ancora una volta, la mia vita mi dimostra con i fatti quanto sia profondamente vera questa visione...
Nell'ultimo post vi avevo raccontato della proposta della mia vecchia azienda, ero piena di dubbi e non sapevo se accettare o meno. 
Ho passato una settimana a riflettere, cambiando idea mille volte nello stesso giorno, dormendo poco la notte, parlando con qualsiasi persona mi capitasse a tiro per farmi dare suggerimenti. Dicevo:" Possibile che non posso fare il mio lavoro, che amo, senza rinunciare alla mia famiglia? Non è giusto...perchè non posso trovare una soluzione che mi faccia conciliare tutto?"...insomma, mi ero proprio incastrata il cervello. 
Poi mi sono ritrovata un libro tra le mani, lo avevo letto tempo fa e l'ho riletto in due pomeriggi, mentre i bimbi dormivano, ritrovando la strada smarrita nei meandri della mia mente. Me lo aveva riportato una mia ex collega, incontrata per caso una sera in centro, glie lo avevo prestato anni fa e non ci eravamo più riviste. E' un libro che parla di Buddismo, appunto.
Lei me lo ha riportato, e in quell'occasione mi ha detto, andando via di corsa:" Ho il contatto di un'azienda che so che cerca una modellista, prova a chiamare, non si sa mai." 
Lì per lì non ho chiamato subito, mi sentivo troppo piena di dubbi per aggiungere un'altro filo a questa matassa da dipanare. Però ho riletto il libro, e mi sono rimessa a praticare il mio mantra con la mente più sgombra, il cuore aperto alle possibilità che la vita mi avrebbe offerto. Ho alzato il mio stato vitale, e martedì scorso ho invitato un'altra amica a praticare a casa mia, perchè insieme l'energia aumenta, e ci si aiuta a vicenda. 
E infine, quello stesso pomeriggio, mentre i bambini dormivano, ho chiamato quel numero, così tanto per togliermi il pensiero.
Al telefono il titolare mi ha detto che cercavano una modellista PART-TIME...."Le interessa?"......Certo che mi interessava!!!! Mi ha chiesto di mandargli il curriculum, e in pochi minuti ho acceso il computer e glie l'ho mandato per mail, mentre i bambini continuavano miracolosamente a dormire entrambi.
Dopo dieci minuti mi ha richiamato, e mi ha chiesto di andare lì per un colloquio, anche quel pomeriggio stesso. 
E così non appena Carl è tornato da lavoro mi sono messa il rossetto e una collana, ho tirato fuori dall'armadio l'unico pantalone e l'unica camicia decenti (senza macchie di latte o di pappa) e sono corsa lì in macchina.
Distanza da casa: meno di un quarto d'ora.
Gli sono piaciuta, e insomma, per farvela breve mi hanno offerto un lavoro part time 4 ORE LA MATTINA, dalle 9 alle 13. Contratto a TEMPO INDETERMINATO. 
Ovviamente ci sono anche lati negativi: è una ditta piccola, a conduzione familiare, in cui sarò l'unica dipendente. Quindi tanta responsabilità in più, perchè gestirò io tutto il lavoro da sola. Però la modellista di cui prenderò il posto è disponibile a farmi affiancamento fino a fine novembre, perchè non ha fretta di andare via, dato che andrà ad insegnare, non deve entrare in un'altra azienda. Questo mi fa sentire meglio, anche perchè il programma che usano è diverso da quello che usavano nella mia vecchia ditta, quindi dovrò impararlo.
Entrerò a metà ottobre, giusto il tempo per organizzarmi con Anita (tra nonni, baby-sitter e Carl).
Insomma, mi sono presa qualche giorno per decidere, ma ieri gli ho detto di si.
E' un'occasione unica, voglio essere coraggiosa e dare il meglio di me. Lo faccio per i bambini, soprattutto, perchè mi sembra un sogno essere a casa alle 13:30 ogni giorno, ma anche per me, perchè è una sfida dal punto di vista lavorativo. 
Ho paura ma ce la farò. E sarà una grande vittoria.

venerdì 14 settembre 2018

Pensieri di settembre

Quante cose da raccontare di questo settembre!!!
Partiamo dall'ultima: novità sul fronte lavoro. 
Ieri sono andata a parlare con la compagna del titolare della mia ex ditta (è lei che decide sul personale) e le ho chiesto se erano ancora interessati ad avermi a lavorare con loro.
La risposta è stata SI, MA...non più con il contratto part-time a sei ore che avevo prima.
Vorrebbero che facessi almeno due giornate piene a settimana, il che significherebbe uscire dal lavoro alle 18 e arrivare a casa dopo le 19.
Lì per lì mi sono sentita morire, non avevo pensato a questa possibilità...ho almeno avuto la lucidità per proporle di fare un primo contratto come chiedo io a sei ore, e poi dal prossimo rinnovo, se tutto andasse bene, potrei fare come mi chiedono...e le ho detto che comunque non posso tornare prima di gennaio. Lei ha detto che si potrebbe fare, e io che ci avrei pensato su. 
Sono molto confusa e anche un pò triste e arrabbiata. L'unica cosa veramente importante per me era l'orario part-time: la ditta è lontana, ci metto sempre tre quarti d'ora almeno di macchina..facendo sei ore riuscivo a uscire di casa alle 8 di mattina e tornare alle 17.
Ce la facevo a malapena a far quadrare tutto con un bambino, e adesso con due figli dovrei riuscirci lavorando più ore.
Mi preoccupa soprattutto quando Carl fa il turno di sera: per due giorni a settimana i bambini sarebbero senza di noi praticamente tutto il giorno, dalla mattina finchè non torno io alle sette di sera. Mi sembra troppo, sono ancora così piccoli...
Lo so che molte mamme fanno questo orario tutti i giorni..ma io non volevo essere una mamma così. Voglio essere presente, voglio esserci, almeno finchè i miei figli sono così piccoli.
Posso accettare...potrei  chiedergli di farmi il primo contratto il più lungo possibile, magari di otto, dieci mesi, e intanto prendermi le sei ore e poi vedere (ovviamente questo significa trovare una Tata per Anita, e poi magari da settembre prossimo il Nido..)...oppure posso dirgli di no e restare a casa un altro pò finchè non finisco tutta la disoccupazione, ovviamente sapendo di dover cercare un altro lavoro, prima o poi. 
Per ora non ho deciso niente, con Carl ci siamo detti di prenderci tutto il tempo necessario per capire qual'è la scelta migliore.
E adesso passiamo alle cose più leggere...
Cesare ha iniziato la Scuola dell'Infanzia!!!
Martedì mattina è partito in bici con il papà con il suo grembiulino a quadretti bianchi e azzurri e il casco in testa, tutto orgoglioso ed emozionato!
Io commossa, ovviamente. Non mi sembra vero che sia già così grande.
Siamo stati fortunatissimi, e alla fine si trova nell'unica classe con 21 bambini (le altre sono di 28), perchè è quella più piccola, ma ha il vantaggio enorme (ai suoi occhi) di essere a forma di CASTELLO!!! Quando ha saputo che sarebbe andato nel Castello è stato felicissimo, e anche noi, dato che ci sono meno bambini! La maestra invece la sapevamo già, perchè ci avevano indirizzato a lei le tate del nido. Per adesso sta andando tutto bene, ha fatto la prima settimana solo due ore al giorno, mentre da lunedì mangerà a scuola, e dalla settimana seguente resterà anche a dormire.
Io sono contenta, il fatto che sia rimasto nella stessa scuola dove ha fatto il nido ci ha facilitato enormemente, e anche per lui è stato sicuramente un cambiamento più piccolo, anche se sempre un cambiamento.
Quanto ad Anita, ha quasi sette mesi, e in questo Settembre ha fatto un gigantesco scatto di crescita che ci ha lasciati a bocca aperta: nel giro di pochi giorni ha iniziato a gattonare, le è spuntato il suo primo dentino e ha cominciato a chiacchierare con i suoi primi "lallalla", "mammmammam", "papà", "mbumbu", eccetera!
Anche il rapporto tra fratelli sta cambiando: adesso che Anita si sposta cerca sempre di raggiungere Cesare che gioca (e ovviamente ci riesce, visto che lo spazio è quello che è..) e di "giocare con lui", cioè gli prende i giochi e se li mette in bocca. Lui si arrabbia e si lamenta e io dal canto mio cerco di distrarla con i suoi giochi "da piccola", ma niente, quelli di suo fratello sono infinitamente più interessanti.
Quest'estate l'hanno passata praticamente in simbiosi, e quando non la vede Cesare chiede subito:"Dov'è Anita?". La cerca tanto per farle le coccole, giocare e rotolarsi insieme sul lettone, e poi non fa altro che dirmi:"Mamma, fai parlare Anita." e io faccio la vocetta:"Dimmi Cesare", e lui si mette a raccontarle dei suoi giochi, delle cose che sa fare, di quello che gli è successo...è troppo tenero...
Sono bellissimi insieme, e quando ho il tempo e la calma di osservarli "da fuori", mi rendo conto del dono meraviglioso che abbiamo ricevuto.