sabato 30 luglio 2016

Su di me, sul lavoro, sui progetti di vita!!

La settimana scorsa è stata faticosa, un pò perchè il rientro dalle vacanze è sempre difficile, e un pò perchè come vi avevo scritto il tema "lavoro" è tornato a riaffacciarsi in modo abbastanza pressante.
Mi sono ritrovata ad avere due colloqui: uno mercoledì con una piccola ditta della mia città, e giovedì un altro, il secondo con la ditta di cui vi avevo già parlato e che mi interessava molto: ci ero già stata a giugno insieme alla mia ex-capa, ma eravamo rimasti molto sul generico, non avevamo parlato nè di stipendio nè di orario.
Ho deciso di andare determinata a entrambi i colloqui, e di fare di questa esperienza l'occasione per ottenere un miglioramento reale nella nostra vita: volevo chiedere l'orario part-time, il mio obiettivo irrinunciabile.
Del resto, come mi ha detto Carl, in questo momento posso permettermi di cercare il lavoro giusto con le condizioni giuste, perchè grazie alla mobilità ho un piccolo "stipendio" di sicurezza.
E così è stato un doppio successo!!!
Al colloquio di mercoledì , dopo un iniziale rifiuto, ho ottenuto un ok alle sei ore, e la proposta di fare qualche giorno di prova; a quello di giovedì idem: all'inizio il titolare ha storto il naso, ma di fronte alle mie spiegazioni (" Ho un bambino di un anno, ti dò la mia parola che lavorerò e renderò come se facessi otto ore, in fondo si tratta di una prova, se poi vedi che non ti vado bene puoi sempre ripensarci!") ha accettato e si è anche offerto di pagarmi un corso del programma cad che usano loro, che io non conosco. 
Entrambe le ditte non hanno fatto problemi sullo stipendio (ho presentato la mia ultima busta paga e non ho chiesto niente di più) e mi hanno chiesto disponibilità da settembre.
Insomma, mi sono ritrovata a poter scegliere tra due possibilità, entrambe part-time. 
Un vero successo!!!!!! :)
A malincuore (perchè è sempre difficile scegliere, e anche perchè nella prima ditta c'era una bella atmosfera e mi sarebbe piaciuto provare) ho scelto la seconda azienda, che si trova più lontano, ma che è una realtà più grande e più sicura, e in più ci verrà a lavorare anche la mia vecchia capa, grazie alla quale ho avuto il contatto con questo lavoro.
Dovrei iniziare il 7 settembre, e anche se ancora non c'è niente di scritto dovrebbe essere tutto confermato.
Questi sono i fatti....ma le emozioni?
Bè, mettiamola così.
L'ideale sarebbe starmene a casa col mio cucciolo, ma nel mondo reale questo per me non è possibile. Ne ho riparlato con Carl, e proprio non ce la facciamo. Quindi ho intenzione di far sì che questo lavoro sia bello, gratificante, che mi renda felice e che mi permetta di vivere serenamente anche la dimensione di mamma, che resta comunque quella fondamentale della mia vita.
L'aver ottenuto il part-time è un primo obiettivo raggiunto, il punto di partenza per costruire questo progetto.
A settembre voglio essere carica e positiva, e piena di curiosità ed entusiasmo per questa nuova avventura.
Nel frattempo c'è agosto, e anche se Carl lavorerà quasi sempre noi avremo tante cose da fare: prima di tutto l'inserimento della nuova baby sitter per Cesare (la nostra Tata purtroppo ha trovato un lavoro fisso; sono contenta per lei, anche se ci eravamo molto affezionati...adesso proviamo con la Tata Fotografa, la ragazza che avevamo contattato a gennaio e che era la nostra "seconda scelta"), poi passeremo qualche giorno con mia mamma in montagna sotto ferragosto, e l'ultima settimana del mese...un bel viaggetto tutti e tre! Abbiamo prenotato il primo biglietto aereo di Cesare, andremo in Albania a trovare mio padre e sua moglie.
Insomma, non ci annoieremo!


giovedì 21 luglio 2016

Mare, ovvero come non riposarsi ed essere felici

Eccoci di ritorno!
Dopo quasi tre settimane fuori casa siamo tornati alla base, e con un pò di fatica stiamo cercando di riabituarci alla nostra quotidianità cittadina.
Le vacanze sono andate benissimo, ci siamo divertiti, un pò abbronzati...ma sicuramente NON riposati!!!! :)
Come mi aveva pronosticato Diarista il mare con un bambino unenne è quanto di più faticoso potessimo mai immaginare...ma siamo sopravvissuti e adesso posso dire che ne è valsa la pena!!
Ecco il racconto!
Il viaggio in treno è stato piacevole: Cesare ha voluto guardare fuori dal finestrino, camminare su e giù per il corridoio, controllare più e più volte che le valigie degli altri passeggeri fossero al loro posto, leggere tre volte il libro di "Pimpa e le due lune", prendere il latte e mangiare quattro biscotti.
Per fortuna il viaggio dura solo un'ora e mezza!!!
Poi siamo stati un paio di giorni a casa da mia mamma, durante i quali abbiamo acquistato i nostri primi veri sandaletti e li abbiamo sfruttati con impegno per tutti i parchi e i giardinetti polverosi di Roma Sud.
Il venerdì ci hanno raggiunti Carl e Trovatello e siamo partiti alla volta del paesino in Campania dei genitori di mio marito, dove non eravamo mai stati con Cesare. 
Lì siamo riusciti a resistere solo due giorni: stare ospiti in una casa di parenti con figlio e cane non è il massimo, soprattutto d'estate.
Ripartiti, questa volta per fermarci definitivamente alla nostra meta: casetta al mare con giardino grande e selvaggio.
I primi giorni è stato un pò un massacro, come vi dicevo: nonostante sia Trovatello che Cesare fossero felicissimi e a loro agio in mezzo alla natura noi non riuscivamo  a fermarci un istante. Ci abbiamo messo un pò a prendere le misure e a trovare un nuovo equilibrio.
Le giornate si svolgevano grosso modo così. 
Pronti...? Via!!!
Sveglia (data da Cesare e Trovatello ormai complici in tutto...), colazione, lavaggio, passeggiata con Trovatello, partenza in macchina verso o giardinetti oppure parco naturale dove passare tutta la mattina inseguendo Cesare o facendolo giocare, ritorno durante il quale spesso Cesare si addormentava, preparazione del pranzo, mangiare noi, a quel punto Cesare si svegliava, lavaggio, mangiare lui, giochi in giardino (ovviamente nell'ora più calda, tra l'una e le due...), poi tentativi di far dormire Cesare mentre Carl crollava distrutto dopo cinque minuti, se Cesare si addormentava bene, altrimenti partenza per il mare (quindi carica la macchina per il mare, scendi sulla spiaggia, tempo di permanenza massimo due ore di pochissimo bagno e molta sabbia mangiata, risalita, ritorno). Poi doccia a Cesare, passeggiata con Trovatello, preparazione della cena, mangiare tutti, doccia noi (quando?come?), crollo di Cesare per il sonno notturno (FINALMENTE!!!) e due ore di relax tutte per noi sulle sdraio sotto il cielo stellato ascoltando i rumori della campagna e del mare in lontananza. 
Non so se ho reso l'idea.......
Per sopportare questo ritmo abbiamo mangiato una montagna di gelati, cornetti, ciambelle fritte, pizzette...ma vi assicuro che non siamo ingrassati!
A volte presi dall'entusiasmo uscivamo anche la sera, per fare due passi in paese e far scorrazzare Cesare nelle piazzette illuminate finchè non si addormentava distrutto sul passeggino (ebbene si, ho scritto passeggino.....la fascia è definitivamente andata in pensione!).
Il rapporto di Cesare col mare non è stato così entusiasmante: gli piaceva si, ma solo se l'acqua era caldina (per questo andavamo sempre di pomeriggio), e comunque il bagnetto non era mai troppo lungo. Aveva un pò paura, soprattutto delle onde sul bagnasciuga, e preferiva stare a distanza di sicurezza, dove la sabbia era calda e lui poteva mangiarsela in pace, rotolarcisi dentro come un porcellino impanato e soprattutto giocare a pallone. 
Il pallone è diventato l'ossessione della nostra vita. Non solo ne abbiamo dovuti collezionare innumerevoli di tutti i colori e di tutte le dimensioni, ma se nei dintorni c'era qualcuno che giocava dovevamo passare la giornata a correre dietro a Cesare, togliergli di mano il pallone altrui "Questo non è tuo, Cesare, è di questi ragazzi grandi, noi ne abbiamo uno verde, più bello..."  e cercare di distoglierlo dal furto. Perchè se lo voleva proprio prendere e portare via.
A parte l'amore per il pallone il nostro ometto ha fatto tante nuove scoperte ed esperienze: ha imparato a dare da mangiare a Trovatello dalla sua manina (e ovviamente a regalargli più o meno la metà del suo pasto ogni volta che ci siedevamo a tavola...), a salire sul castello dei giardinetti e fare il percorso sospeso (questo con suo padre, io stavo sotto e guardavo terrorizzata aspettandomi sempre di vederlo cadere), a bere dalla bottiglia, a mangiare i cornetti seduto al bar, ad andare sulla giostrina che gira, a raccogliere le pigne, a mangiare i sassi e la terra, a inseguire gli irrigatori dei giardini per non farsi bagnare (o per farsi bagnare), ad annaffiare le piante con il suo annaffiatoio del mare, a cercare i pesciolini nella fontana, a mimare quello che gli è successo per spiegarci come ha sbattuto allo spigolo, a prendere le chiavi della macchina e la sua borsetta per farci capire di voler uscire.
Suo padre è diventato il suo eroe, e quando è ripartito prima di noi (che lo abbiamo raggiunto due giorni dopo in treno) non ha fatto altro che ripetere tutto il giorno "Papà papà " ogni volta che vedeva una macchina nera o un motorino.
La cosa più bella è stato proprio poter passare tutto quel tempo insieme, noi quattro, facendo cose semplici ma allo stesso tempo speciali. 
Adesso che siamo tornati ci hanno accolto gli spazi stretti di casa nostra, gli Altri Nonni che non ne potevano più dalla mancanza del nipote e soprattutto i miei colloqui di lavoro, dei quali vi racconterò in un altro post.