mercoledì 1 luglio 2020

Estate ritrovata

Lo so, è passato tantissimo tempo.
Niente, non riesco più a ritagliarmi nemmeno quell'oretta serale per me stessa, troppe cose da fare, troppa stanchezza.
Comunque eccomi qui.
Il 20 maggio sono tornata a lavorare, più tardi del previsto ma mi è andato benissimo, mi sono goduta fino all'ultimo giorno a casa. Qualche giorno prima sono andata a fare il test sierologico per il Covid, me lo ha prescritto la dottoressa ed è stato tutto molto semplice e veloce. Risultato negativo! Secondo la dottoressa questi test non sono molto veritieri e hanno un'alta percentuale di falsi negativi, però a questo punto non ho voluto fare altro, e per me quel capitolo si è chiuso del tutto e con serenità.
Al rientro al lavoro ho trovato il termometro per misurare la febbre ogni mattina, il gel per pulirmi le mani appena si entra, ovviamente l'obbligo della mascherina e infine la mia postazione di lavoro spostata, non sto più nello "stanzino delle scope", come lo chiamavo io (una stanza minuscola senza finestre dove stavamo in tre, io, la mia capa e il figlio maggiore), ma mi hanno ricavato uno spazio nell'open space, un pò riparato dagli stendini pieni di vestiti, con molta più luce e aria di dove stavo prima e soprattutto SOLO per me. Un miglioramento notevole. 
La mia capa invece è sempre la stessa, e come sempre devo fare appello a tutta la mia volontà buddista di provare gratitudine per riuscire a sopportare i suoi modi bruschi e prepotenti. Ma questa è una storia lunga, io nella mia vita lavorativa mi becco sempre cape difficili e so che ci vorranno anni per sciogliere anche questo nodo..devo solo resistere resistere resistere perchè ho bisogno del mio lavoro e soprattutto del mio orario part-time.
Quindi a parte le prime settimane di shock da rientro, piano piano mi sono riabituata.
E poi, la novità maggiore sul fronte lavorativo è che vado e torno in bicicletta!!! Col fatto che non devo portare Cesare all'asilo la mattina e che la tata non deve andare all'asilo dove lavorava il pomeriggio io non ho più i minuti contati, quindi ho deciso che a meno che non piova tanto il mio mezzo di trasporto per ora sarà la bici. Ci metto mezz'ora (con la macchina erano dieci minuti, ma poi c'era il tempo di cercare parcheggio) e faccio quasi tutta pista ciclabile, mi piace tantissimo e mi dà una grandissima felicità. E' proprio tutta un'altra cosa!!!
Ovviamente con il mio ritorno a lavoro è finito il ritmo lento e rilassato che avevamo in quarantena e al quale mi ero subito abituata. Sono ritornata a dover organizzare i pranzi, le cene, a non avere tempo di fare niente, a non vedere Carl le settimane che fa il turno di sera, a crollare distrutta quando metto a letto i bimbi (anche perchè andare in bici mi fa stancare un sacco!!!). Ma la vita reale è questa, inutile illuderci...quella era solo una vacanza, e meno male che è finita. 
La mattina i bimbi stanno due ore e mezza al giorno con la Tata, che per fortuna non ha voluto soldi in più per guardare anche Cesare, dice che insieme si gestiscono anche più facilmente.
In effetti sono contenta perchè vedo che con lei si divertono tanto, è una maestra di asilo nido quindi sa farli giocare, sa mille canzoncine, ed è piena di energia. Il resto del tempo stanno con i miei suoceri o con Carl a seconda del suo turno di lavoro, e poi comunque alle 13.30 circa arrivo io, e il pomeriggio in genere li porto ai giardini dove hanno una bella banda di amichetti. Poi hanno fatto amicizia con una bambina che sta dai nonni in fondo alla nostra via, è un pò più grande di Cesare ma ci gioca volentieri insieme, e tutte le mattine le passano a fare i giri in bicicletta davanti casa o nel nostro cortile a giocare nella sabbiera o con le pistole d'acqua. Insomma, non si annoiano per fortuna.
Nel mese di maggio Anita ha fatto passi da gigante: ha tolto il pannolino senza troppi problemi e abbiamo smesso definitivamente con la Puppa.
Lo spannolinamento lo avevo iniziato ad aprile senza troppa convinzione, semplicemente perchè stavamo a casa e c'era tutto il tempo e la tranquillità, ma non pensavo che sarebbe stato così veloce; invece i primi di maggio ha voluto toglierselo del tutto ed è stata proprio brava, non abbiamo faticato per niente.
Quanto alla Puppa ho deciso io, ero veramente arrivata al limite, non ne avevo più voglia e sentivo che dovevamo smettere. Ho preferito farlo quando ancora ero a casa, e così verso metà maggio abbiamo tolto l'ultima Puppa rimasta, quella per addormentarsi. All'inizio è stata dura perchè Anita ha pianto parecchio e non voleva rassegnarsi, poi dopo qualche giorno è andata meglio, anche se la sera ci mettevo sempre un'eternità ad addormentarla con storie e canzoni. Adesso il discorso è superato, non la chiede più e dopo circa tre storie di solito crolla. E' sempre molto tenace e resiste al sonno, ma i miei figli hanno sempre fatto così purtroppo.
Allattare non mi manca per niente, era proprio arrivato il momento giusto, sono contenta e orgogliosa di averlo portato avanti per due anni e tre mesi (a cui si sommano i due anni di Cesare..).
Adesso c'è la fase di crisi col mio corpo: tette moscissime e inesistenti, una tristezza, non riesco proprio a guardarmi allo specchio, e poi la pancia..insomma avrei decisamente bisogno di un pò di sport costante e fatto bene, ma a parte la bici non c'è modo di riuscirci. Anche il pilates è solo un lontano ricordo. Non so quando ricomincerò ad avere una vita mia, ormai sono così tanti anni che non ce l'ho più che mi sono quasi dimenticata cosa significhi...
Tornando ai bimbi, Anita parla tantissimo adesso, non proprio bene ma molto meglio di qualche mese fa. Il suo carattere è sempre tosto e deciso, e si offende molto molto facilmente. Però è anche allegra, simpatica, spiritosa, socievole, affettuosa, intelligentissima e autonoma. A settembre se tutto va bene (chissà...) inizierà il nido e sono proprio curiosa di scoprire come si troverà.
Cesare ha compiuto CINQUE anni il 29 maggio. Questa cosa mi emoziona tantissimo quando ci penso, il fatto che abbia già cinque anni, mi sembra grandissimo. Non potendo fare una vera e propria festa ai giardini per via delle regole anti-covid abbiamo organizzato una mini festa in cortile, e nonostante i miei dubbi iniziali è stata carinissima. C'erano pochi bimbi ovviamente, e non ho fatto il solito tavolo pieno di cibarie ma solo la torta, però ho preparato una riuscitissima caccia al tesoro (la prima della mia carriera da mamma!) e tra altalena, bicicletta e monopattino alla fine i bimbi si sono divertiti comunque.
Per regalo ha voluto un sacco di pupazzi dei Gormiti, che sono la sua passione del momento , e il monopattino a due ruote con il quale ha imparato subito a sfrecciare come un fulmine. 
E così è arrivata un'altra estate, il tempo è passato velocissimo quest'anno, forse perchè abbiamo saltato la primavera...comunque sia adesso cerchiamo di goderci le giornate lunghe all'aria aperta, abbiamo fatto qualche gita nei weekend e prendiamo la bici per tutti gli spostamenti vicini.
Ad agosto speriamo di poter fare le ferie come previsto prima della quarantena, e poi a settembre speriamo nella riapertura regolare delle scuole: Anita farà il suo ingresso al nido, e Cesare il suo ultimo anno di materna.
Quanto a me, ogni volta penso di scrivere l'ultimo post su questo blog...e poi ogni volta mi dispiace, e lascio la porta ancora aperta, sperando di riuscire a ritagliarmi qualche briciola di tempo per fermarmi a scrivere qui, perchè mi piace sempre e mi fa bene.

martedì 21 aprile 2020

L'essenziale

Eccoci qua, già a fine Aprile.
Intanto dal punto di vista medico è andato tutto per il meglio. A me è passato, Carl ha avuto solo tosse per una decina di giorni e anche Anita, ma nessun altro sintomo nè peggioramento. Se lo hanno preso è stata in forma leggerissima. Magari lo scopriremo se prima o poi faremo quel famoso esame degli anticorpi di cui si parla in questi giorni.
Archiviata questa esperienza stiamo continuando la nostra quarantena come meglio possiamo.
Carl lavora parecchio mentre io sono sempre in cassa integrazione. Sembra che le industrie riapriranno il 4 maggio, anche se quelle del tessile e dell'abbigliamento stanno facendo pressioni sul governo per aprire prima...noi per non trovarci impreparati abbiamo fatto una specie di contratto alla nostra baby sitter, si chiama libretto di famiglia e si fa sul sito dell'INPS, almeno quando dovrà ricominciare a venire avrà un documento che certifica che lavora da noi. E poi dovremo farci aiutare di nuovo dai miei suoceri, non possiamo permetterci la baby sitter tutta la mattina. Se le scuole non riaprono, e non riapriranno, non c'è altro modo. Questa cosa delle scuole è quella che mi angoscia di più, anche se cerco di non pensarci.
Continuo nel mio esercizio di vivere giorno per giorno, e con questi due scimmiotti esagitati non mi riesce difficile, arrivo alla sera distrutta e senza aver avuto il tempo di fare quasi niente se non lo stretto necessario, figuriamoci pensare. 
Devo dire che la nostra casa ci sta salvando.
Non passa giorno in cui non la ringrazio silenziosamente, e adesso non la cambierei più per nessuna ragione al mondo, perchè veramente è grazie a lei se i bambini sono sereni e allegri.
Dentro è sempre piccolissima, non è che si è allargata, ma ha delle caratteristiche che si stanno rivelando fondamentali in questo periodo assurdo.
Primo: il cortile. Se è bel tempo ci passiamo almeno due ore la mattina e un'oretta il pomeriggio. Giochiamo con gli animali di plastica, con le macchinine, facciamo casette con i sassi, facciamo merenda sulla panchina, ci arrampichiamo sul cancello e sulla ringhiera, guardiamo le lucertole o le lumache, controlliamo lo stato di tutte le piante, ogni giorno ne osserviamo i cambiamenti e la fioritura, e se fa proprio caldo riempiamo le pistole d'acqua e annaffiamo loro e noi. Carl ha aggiustato l'altalena e adesso abbiamo anche quella, se la povera magnolia reggerà il peso di quei due bisontini.
Secondo: casa nostra si trova in fondo a una strada senza uscita, e oltre a noi c'è solo un'altra famiglia con bambini. Questo significa che possiamo prendere ogni giorno le bici e fare mille e mille giri davanti casa , organizzare gare di corsa, giocare a lupo mangiafrutta e a nascondino tra le macchine parcheggiate senza nessun pericolo.
Terzo: il terrazzo a tasca. Su nella mansarda, dove c'è la cameretta di Cesare, abbiamo un terrazzo a tasca coperto da una tenda avvolgibile, così se piove o c'è troppo vento possiamo stare anche li a giocare. Ci abbiamo messo gli strumenti per suonare, il tavolinetto per disegnare e la pista dei trenini che è uno dei giochi preferiti di Cesare.
Insomma, riusciamo a non annoiarci.
I bimbi sono cambiati tanto in questo periodo.  Cesare è diventato più autonomo, spesso gioca da solo inventando le sue storie e non vuole assolutamente essere disturbato. Mi aiuta abbastanza e fa molte meno lagne di quando andava all'asilo. Credo che c'entri anche il fatto che è rilassato e riposato, in questo periodo ci stiamo svegliando sempre non prima delle otto e mezzo, con calma, non ci sono orari e a parte lavarsi non viene costretto a fare nient'altro. Per fortuna ha smesso di fare quei disegni terribili, evidentemente era proprio spaventato dal fatto che stavo male, adesso invece lo vedo sereno. Dice che della scuola gli manca solo il pranzo quando mangiavano tutti insieme "quelle cose buone" :) ma non chiede quasi mai degli amichetti. E' anche vero che non ha una percezione chiara del tempo e della situazione, secondo lui prima o poi la scuola ricomincerà e tutto tornerà come prima ( e vorrei tanto crederci anch'io...).
Anita è un uragano. L'abbiamo soprannominata Marley (dal cane combinaguai del film "Io e Marley") perchè ne fa una al secondo, e io credo che debba avere un angelo custode molto attento che la protegge perchè è un miracolo che ancora non si sia rotta la testa. Il fatto è che è determinatissima. Lei vuole fare qualcosa e la fa, senza chiedere niente a nessuno. Si sente assolutamente competente in tutto e si infuria se le impediamo di fare da sola cose come tagliare il parmigiano col coltello dei grandi o arrampicarsi sul lavandino per lavarsi i denti senza aiuto. Questi suoi Terribili due anni sono veramente faticosi. Sotto sotto però la ammiro e devo sforzarmi per darle dei limiti, perchè dentro di me sono orgogliosa di lei e spero che resti così com'è. In questa convivenza 24 ore su 24 con Cesare sta imparando tantissimo e sono felice di vedere quanto sono uniti e complici. Ovviamente litigano sempre, ma anche quello gli fa passare il tempo.
Niente, a me sembra che ce la stiamo cavando, faccio del mio meglio per non farli smangiucchiare tutto il giorno o guardare troppi cartoni, ma non sono capace di inventarmi ogni giorno un gioco didattico o istruttivo o fargli fare i lavoretti.
Io cerco di sopravvivere nel modo migliore, non mi faccio grandi aspettative e se ce l'ho fatta a fargli mangiare un pò di verdura e fare un pò di movimento mi sembra di aver raggiunto l'obiettivo della giornata.
Poi ci sono giorni si e giorni no.
Oggi per esempio ne sono successe di tutti i colori: Anita ha fatto pipì sul mio cellulare (colpa mia che l'ho lasciata senza pannolino troppo tempo, e ancora con la pipì non ci siamo proprio) che ha smesso di funzionare, e ovviamente ha bagnato anche tutto il divano su cui era seduta. Ho tolto i cuscini per asciugarli col phon (visto che piove da due giorni ed è umidissimo) e stasera nonostante avesse il pannolino ha bagnato di nuovo il divano, senza cuscini, nello stesso punto della mattina.  Mentre asciugavo anche la struttura del divano ha fatto cadere la ciotolina di coccio del muffin che stava mangiando così ho dovuto tirare fuori l'aspirapolvere e aspirare tutta la cucina perchè i frammenti si erano sparsi ovunque, mentre loro due saltavano sui cuscini del divano tipo parco avventura.
E meno male che non devo lavorare in smart working, perchè veramente non potrei mai riuscirci. 
Teniamo duro, teniamo duro, teniamo duro.
Le mille domande che mi si affollano il testa le caccio via ed è passato un'altro giorno, e anche oggi ce l'abbiamo fatta.


venerdì 27 marzo 2020

Navigazione in un mare in tempesta

Da dove comincio? Partiamo dal lunedì 2 Marzo. Le scuole erano ancora aperte, l'emergenza ancora riguardava solo il Nord, non c'erano limitazioni di nessun genere. Nel fine settimana avevamo avuto la notizia di un bruttissimo incidente in cui era rimasta coinvolta la mia migliore amica: per miracolo non aveva avuto gravi danni, ma io e Carl abbiamo deciso di andare a trovarla quel lunedì sera al Pronto Soccorso della città in cui aveva avuto l'incidente, a circa un'ora di macchina da casa nostra. Abbiamo lasciato i bimbi a cena dai nonni e siamo partiti. 
Fuori dal Pronto Soccorso avevano montato già una di quelle tende per gestire i possibili contagiati dal virus, ci aveva fatto un pò impressione, ma ci abbiamo anche scherzato su.
Dopo aver passato il tempo a disposizione per le visite insieme alla mia amica ci siamo fermati a mangiare, era tardi ed eravamo stanchi, e c'era una pizzeria proprio lì fuori dall'ospedale. L'ambiente era piccolo e pienissimo e mi ricordo di essermi un pò preoccupata, ma abbiamo mangiato velocemente e siamo subito ripartiti.
Poi sono passati due giorni, il mercoledì è stato l'ultimo giorno di scuola per i bimbi, con grande gioia di Cesare e grande sgomento nostro; il pomeriggio sono andata dal dentista e il giorno dopo ho iniziato ad avere un pò di mal di gola. Nel giro di pochissimo tutto è cambiato velocemente, sono iniziate le restrizioni, abbiamo deciso di non far venire più la baby sitter per la sua e la nostra tranquillità e mia suocera si è offerta di venire lei a casa nostra per stare con i bimbi la mattina mentre io ero a lavoro. Nel fine settimana c'era un bel sole, mi sembrava di stare meglio e siamo andati a fare una gita sulle colline dietro la città, per portare i bimbi a respirare un pò d'aria buona e sana.
Qualche giorno dopo però non mi sentivo di nuovo bene, ero stanchissima, avevo un peso sul petto e il mercoledì ho iniziato ad avere un pò di tosse. 
Ho deciso di mettermi la mascherina per andare a lavoro, anche se i miei titolari minimizzavano tutto e si preoccupavano solo dell'eventuale calo degli ordini.
Il venerdì 13 la mattina mi sono misurata la febbre e avevo 37, e nel corso della mattinata sono arrivata a più di 38. E poi avevo la tosse secca e mi faceva male tutto.
Ho avvisato i miei titolari (che a quel punto hanno iniziato finalmente ad avere un pò di paura) e parlato con la mia dottoressa. 
Lei mi ha chiesto subito se ero stata a contatto con qualcuno del nord o con qualche persona positiva, ma io non ne avevo idea. Mi ha spiegato che la prassi prevedeva il tampone solo in questi casi, oppure se mi fossi sentita male e avessi dovuto chiamare l'ambulanza. Quindi l'unica cosa che dovevo fare era stare a casa con la mascherina, il più possibile isolata, misurarmi la febbre più volte al giorno e chiamare la dottoressa tutti i giorni. Se avessi avuto problemi a respirare ovviamente dovevo chiamare subito il 118.
E così è cominciata questa assurda avventura da cui solo oggi mi sento finalmente uscita.
Ho avuto la febbre alta per cinque giorni, scendeva un pò con la tachipirina e poi risaliva dopo poche ore. La dottoressa mi ha fatto chiamare il numero della Asl per l'emergenza Covid, ma anche lì mi hanno detto le stesse cose, niente tampone, aspettare a casa e sperare di non peggiorare. Nonostante la paura ho cercato di non sconvolgere la vita dei bambini, Cesare era già abbastanza spaventato da tutti gli stravolgimenti delle ultime settimane e dal vedermi stare male, Anita aveva paura della mascherina e voleva togliermela in continuazione. Casa nostra come sapete è piccolissima, c'è un solo bagno, dormiamo tutti nella stessa stanza, quindi sarebbe stato proprio impossibile isolarmi. E comunque volevo stare con loro con tutta me stessa, questo mi ha aiutato a non pensare troppo a come stavo. Ero terrorizzata e ogni giorno pensavo che forse il giorno dopo non avrei rivisto i bambini. La cosa che mi spaventava di più non era l'idea di morire in sè per sè, ma l'idea di dover andare in ospedale e stare in isolamento senza poterli più vedere per chissà quante settimane. Quando mi chiedevano di fare qualcosa insieme pensavo:" Devo dirgli di si adesso, perchè se domani peggioro non li vedo più". E così anche con la febbre alta abbiamo fatto pizze, dolci, biscotti, dipinto l'arcobaleno da appendere al balcone, letto milioni di libri, fatto mille giochi con i trenini, le macchinine, la nave dei pirati. Ovviamente Carl si è fatto dare dei giorni di malattia dal suo dottore per precauzione ed è stato a casa con noi. Le nostra giornate scorrevano tutte uguali: sveglia tutti insieme, colazione, lavaggio dei bambini e poi loro e Carl scendevano giù in cortile per sgranchirsi un pò le gambe. Per nostra grande fortuna mentre sono stata malata il tempo è stato sempre bello, e Cesare aveva imparato da poche settimane ad andare in bicicletta senza rotelle. Quindi mille e mille giri sotto casa con la bici, poi giochi in cortile con il papà ( a rincorrersi, a cercare le lucertole, a disegnare una pista per le macchinine sul pavimento ...), e nel frattempo io mi lavavo, davo un senso alla casa e preparavo un pò il pranzo. Il tempo di stendermi cinque minuti sul letto e tornavano su affamatissimi: lavaggio delle mani contando fino a 20, cambio totale di vestiti e poi tutti a pranzo. Poi mettevo a letto Anita mentre Carl sistemava la cucina e poi io e Cesare guardavamo un cartone insieme mentre Carl si riposava. Nel pomeriggio merenda e di nuovo giochi in cortile mentre io preparavo la cena e facevo la mia quotidiana telefonata con la dottoressa e con i miei per il "bollettino medico della giornata".
Per fortuna le maestre di Cesare hanno iniziato subito a mandare tanti video di canzoncine e racconti sul sito dell'asilo, quindi ogni sera prima di mangiare c'era il momento video, e poi il momento telefonate ai nonni di Roma. Poi cena tutti insieme, un cartone e a letto. Dopo cinque giorni la febbre è iniziata a scendere molto lentamente, e adesso che di giorni ne sono passati 14 mi è rimasta un pò di tosse e un pò di dolore al petto, ogni tanto.
La dottoressa ha detto che ormai sono fuori pericolo, lei pensa che sia stato il virus, anche se probabilmente il tampone ormai non lo farò più, forse più probabile quel nuovo esame del sangue per rilevare gli anticorpi, ma chissà, ancora siamo in piena emergenza e ovviamente la precedenza va a chi sta male e ai medici. Non so nemmeno come ho fatto a prenderlo. Se è stata quella visita all'ospedale, o la sera in pizzeria, o dal dentista, o al lavoro, o chissà quando. Non ne ho proprio idea e credo che non lo saprò mai.
Fino a domenica sono in malattia, poi se tutto va bene ( continuo a dire Se, perchè un pò di paura mi rimane..) dovrei entrare in cassa integrazione, perchè nel frattempo la mia ditta ha chiuso, non producendo beni necessari. Questa cosa non mi preoccupa proprio, nelle ultime settimane le mie priorità sono diventate altre.
Adesso quello che desidero è che nessuno della famiglia si ammali, essendo stati a contatto con me per tutto il tempo loro sono ancora a rischio. Per i bambini non ho paura, ma Carl ha un pò di tosse e io ogni volta che tossisce tremo, però ogni giorno che passa senza peggioramenti è un successo.
Carl è dovuto anche tornare a lavoro (non avendo io fatto il tampone non è mai partita la quarantena, quindi il suo medico non ha potuto dargli altri giorni), perchè il suo lavoro è di quelli necessari dato che distribuisce medicinali alle farmacie. 
Perciò questi ultimi tre giorni sono stati parecchio faticosi: io ancora non sono del tutto in forze, in più il tempo è stato brutto quindi siamo rimasti praticamente sempre chiusi in casa noi tre da soli. 
I bimbi sono anche troppo bravi. Litigano ovviamente, ma non come mi sarei aspettata. Spesso giocano insieme per qualche minuto, e la vicinanza costante 24 ore su 24 li sta unendo tantissimo.
Cesare è molto consapevole di quello che sta succedendo, e sicuramente anche spaventato. Disegna mostri, vulcani che esplodono, carri armati che sparano fiamme, insomma non ci vuole uno psicologo per capire quello che ha dentro. Sto cercando di farlo sfogare il più possibile, abbiamo scoperto la Ginnastica dei Supereroi e da quando il tempo è brutto la facciamo due volte al giorno, così si stancano e si sfogano.
Anita non si rende conto per fortuna, lei gode della nostra presenza costante, dei giochi, è sempre gioiosa e allegra e non sembra soffrire per la clausura forzata. 
Sto approfittando del fatto che sono a casa per diminuire l'allattamento: come vi avevo scritto già da gennaio avevo tolto la Puppa di giorno, e adesso da quando sto un pò meglio, siamo passati a quella della notte. Non è semplice, i primi giorni si svegliava due o tre volte e non voleva riaddormentarsi, ma ieri notte ha dormito senza svegliarsi fino alle sette di mattina, quindi mi sembra che forse ce l'ho fatta. Resta solo la puppata per addormentarsi, che sarà l'ultima ad andarsene.
Io solo oggi che è il 14esimo giorno mi sento di poter scrivere che sono guarita, ma lo scrivo piano piano perchè quel senso di precarietà di queste ultime due settimane ancora non me lo sono levato da dentro, e credo che ci resterà per un bel pò.
La pratica del mio Buddismo mi ha aiutato tanto, le sere in cui ero proprio sconfortata e terrorizzata mi mettevo lì a praticare con l'obiettivo di voler portare a termine la mia missione nella vita, quella di far crescere delle persone di valore, i miei bambini. "Se finisco in ospedale come faccio a portare avanti la mia missione? Non li posso mica abbandonare così". Questo è stato il mio pensiero-cura, insieme all'affidarmi alla mia Vita con fiducia, perchè secondo il Buddismo noi abbiamo scelto ogni cosa che ci succede perchè abbiamo la forza e la capacità di affrontarla. 
E così è andata.
Adesso piano piano, un giorno alla volta, affrontiamo tutto il resto.




venerdì 28 febbraio 2020

Aggiornamenti!

Eccomi qua, dopo secoli! Da ieri sono a casa dal lavoro: noi stiamo in Toscana ma lavoriamo con l'Emilia Romagna, e dato che lì è tutto fermo causa Coronavirus noi siamo senza ordini e mi hanno detto di stare a casa un paio di giorni, tanto non c'è niente da fare. Sono felice di avere un bel weekend lungo con i miei cuccioli, anche se ovviamente non è che il clima sia così tranquillo anche qui. Per fortuna per adesso nella nostra città ancora nessun caso, stiamo a vedere...
A parte il bollettino medico, qui tutto bene.
Anita la scorsa settimana ha compiuto due anni e abbiamo festeggiato degnamente alla solita ludoteca invitando i nonni e 7-8 bambini amichetti di entrambi. Anita si è divertita tanto, ha cantato Tanti Auguri, spento le sue due candeline, fatto mille tuffi nella piscina delle palline. Cesare si è voluto mascherare da Pirata, Anita all'inizio aveva detto che si sarebbe vestita da Minnie, ma poi ha deciso di fare il Pirata anche lei come il fratello.
Gli ho fatto dei gilet di panno lenci senza cuciture e il resto l'ho rimediato: un cinturone per ciascuno, foulard in testa e poi uncino e spada a completare il travestimento. Erano molto soddisfatti, e comunque dopo mezz'ora di festa già si erano tolti tutto per scatenarsi più comodamente.
Anita adesso chiacchiera incessantemente e si capisce un pò meglio quello che dice (anche se ancora a volte è incomprensibile anche per me..), è cresciuta tanto e direi che è entrata già da un pò nei "Terribili 2 anni", quindi vuole fare tutto da sola, si infuria se le diciamo No, si butta per terra e può stare lì sdraiata a piangere anche dieci minuti, non dà retta a nessuno, non è facilmente consolabile nè convincibile. Ha un carattere molto determinato e adesso lo ha tirato fuori ancora di più.
Ha imparato anche tante cose nuove, l'ultima è tagliare con le forbici, poi si arrampica su tutti i giochi più spericolati dei giardini, va sull'altalena dei grandi, sullo scivolo alto, gioca a nascondino con Cesare e i suoi amichetti, sta imparando a saltare, a cantare le canzoncine e a fare i suoi primi puzzle. Gioca anche tanto con le bambole: le spoglia, le veste, le mette a nanna, se le porta in giro. E' simpatica e allegra, e ovviamente agitatissima e combinaguai. Con lei non ci si può mai distrarre, perchè in un attimo zitta zitta si arrampica sulla sedia a dondolo, prende i coltelli dal cassetto o sparge l'olio di mandorle per tutta la stanza. L'altro giorno ai giardini mi ero messa d'impegno a pulirgli le mani prima di mangiare la merenda (giusto per adeguarmi al clima di follia virologica) e appena mi giro me la ritrovo che lecca con gusto i gradini di ferro dello scivolo! AAARGH! L'abbiamo iscritta all'asilo nido per il prossimo settembre, andrà nella stessa scuola di Cesare e quando ne parliamo sembra non vedere l'ora.
Dai primi di Gennaio abbiamo fatto un bel passo avanti nel distacco dalla Puppa: adesso la prende solo per addormentarsi e di notte, mentre di giorno la Puppa "dorme". Ho fatto come con Cesare, e anche se all'inizio c'è stata un pò più di resistenza da parte sua dopo qualche settimana di giorno non la chiedeva più. Il prossimo passo sarebbe levarla la notte, ma non sarà semplice, perchè ancora si sveglia almeno due o tre volte a notte e vuole ciucciare per riaddormentarsi...Vedremo, intanto già così mi sembra di aver raggiunto un bel risultato.
Anche il rapporto di fratellanza devo dire che è migliorato. Finalmente iniziano veramente a giocare e a divertirsi insieme, spesso lui la chiama per giocare a qualcosa (ovviamente il gioco non dura più di dieci minuti, poi di solito uno dei due si arrabbia e litigano) oppure fanno dei dialoghi molto buffi.
Cesare riesce anche a calmarla durante alcune delle sue crisi esistenziali da duenne..forse perchè anche lui è esperto di lamenti epici e la capisce bene...Fatto sta che quando le si avvicina dicendole piano piano: "Anita, sei arrabbiata perchè volevi toglierti le scarpe da sola?" (anche Cesare ha imparato l'Ascolto Attivo!!! ) lei gli risponde "Ti", smette di piangere, si alza e lo segue docile docile. 
Per lei Cesare resta un punto di riferimento inprescindibile, il metro su cui misura il suo mondo. Se vede due cani per strada sono "Tu e Tetè", se la vicina le dà due cioccolatini sono uno per Tu e uno per Tetè, una bambola grande e una piccola si chiamano di nuovo "Tu e Tetè"
Poi restano i mille momenti difficili in cui litigano, urlano, si danno fastidio o si fanno male apposta, ma vabbè, quello è tutto normale. Almeno sui morsi siamo migliorati molto, adesso è passata ai pizzichi, che sono più gestibili.
Quanto a Cesare, ha avuto un periodaccio all'asilo nel mese di Gennaio ed è stata un pò dura. 
"Non voglio andare a scuola!" era la prima cosa che diceva aprendo gli occhi e l'ultima cosa prima di andare a letto; all'entrata piangeva disperato e più di una volta Carl ha dovuto farselo letteralmente strappare di dosso dalla maestra; era diventato nervosissimo , e tutto questo è durato un mesetto andando sempre a peggiorare. Abbiamo chiesto alla maestra e lei ci ha detto che in effetti aveva notato che le chiedeva in continuazione "Adesso che cosa facciamo? Con chi stiamo?" e le stava sempre appiccicato, come se volesse una rassicurazione, e insomma ci siamo un pò preoccupati. Abbiamo parlato con lui e alla fine abbiamo capito la questione: lui aveva paura di una ragazza che aiuta le custodi della scuola e che ha la sindrome di Dawn. Diceva che lei era "il capo della scuola", che lo brontolava e gli diceva "Vergognati, non piangere", che gli faceva paura la sua voce e i suoi occhi e che lui voleva cambiare scuola. 
Questione difficile, non sapevamo che fare. Non volevamo scatenare niente contro questa ragazza, anche perchè sicuramente non era colpa sua, e poi non volevo fare la mamma ansiosa, perciò all'inizio abbiamo cercato di spronarlo, di minimizzare e spiegargli che lei non era cattiva e non ce l'aveva con lui. Cesare però era veramente spaventato e Carl mi ha fatto riflettere sul fatto che se non fossimo intervenuti in suo aiuto forse in futuro non ci avrebbe più raccontato le sue paure e i suoi problemi, e che invece dovevamo fargli capire che noi lo sostenevamo e ci prendevamo cura di lui. Così alla fine ci siamo decisi ad andare a parlare con la direttrice e con la maestra e lo abbiamo detto anche a Cesare. La direttrice ci ha spiegato che questa ragazza a volte rimaneva sola con la classe quando la maestra doveva accompagnare qualche bambino in bagno e che sicuramente in una di queste occasioni poteva essere successo che si era rivolta a Cesare con un rimprovero che lui aveva preso male. Ci ha promesso che ci avrebbero fatto più attenzione e poi ha comunque minimizzato la cosa, dicendo anche che potesse essere un momento difficile per Cesare di gelosia o ricerca di attenzioni.
Non so se avesse ragione lei, fatto sta che quella sera Cesare ha voluto sapere tutto dell'incontro con la direttrice, facendosi ripetere il racconto almeno sette volte ( noi gli abbiamo detto che non doveva più preoccuparsi, che il suo papà aveva risolto tutto e che comunque lui poteva chiedere aiuto alla sua maestra in ogni momento ) e dopo era molto più tranquillo e sollevato.
Così piano piano tutto è tornato alla normalità. 
Adesso sembra molto più sereno, non ne parla più e non ci sono state più tragedie all'entrata. Quella ragazza ovviamente c'è sempre, però credo che il fatto di essere stato ascoltato e che noi abbiamo preso in mano la cosa per "salvarlo" lo abbia molto rassicurato.
Che fatica...è stato solo un piccolo episodio, ma era la prima volta che ci trovavamo ad affrontare un problema di nostro figlio che riguardasse il suo mondo "scolastico", e non è stato semplice capire cosa fare.
Quello che è certo è che Cesare è un bambino sensibilissimo, e questo suo carattere che lo rende tanto speciale e amato da tutti forse gli porterà anche qualche difficoltà nella vita...quello che spero è di riuscire a trasmettergli fiducia e coraggio, e di renderlo capace di affrontare gli alti e bassi del suo percorso.
Quanto a noi, io e Carl..stanchi stanchi stanchi.
Lui continua il suo corso di massaggio, ha preso il diploma di primo livello e adesso deve iniziare il secondo, che terminerà a luglio.
Io un pò stressata dal lavoro, spesso mi chiedono ore in più e devo fare gli equilibrismi per organizzarmi con i bimbi; mi hanno già detto che da settembre vorrebbero che facessi sei ore e ho detto di si, anche se la questione va definita nei dettagli. Non ho mai tempo per niente che non sia lavoro o famiglia, i miei obiettivi sono riuscire a ritagliare qualche momento per me e Carl e organizzare le vacanze, sulle quali concentro tutti i miei sogni e progetti. Spesso sono esausta e nervosa, molto spesso felice. :)